destionegiorno
Le sue prime raccolte di poesie (“Riflessi dell’occhio e della mente”,“Scampoli dell’iride” e “Un fiore tra le stoppie”) tendono alla ricerca della perfezione della lingua. In esse l’autore cerca di coglierne la musicalità, il colore, il valore delle espressioni dettate da stati d’animo ... (continua)
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Morini Gianfranco
Le sue 111 poesie
Come selezionare i sogni che popolano
le notti agitate dalla calura opprimente?
Fiabe smembrate in minuscoli coriandoli
ti abbracciano danzando con il fascino
della carezza che scivola lontano.
Come uccidere il rimorso che senza sosta
freme
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Ti ho guardata attraverso la luce soffusa
della trasparenza, una volta vicino e una
volta lontano, sentendo il brivido e il
palpito della vicinanza e il vuoto della
lontananza. Perché rubi l’intimità
notturna dei miei sogni? Qual è l’oscuro
male che
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Galleggi nell’orbita vuota,
pallida goccia di mare infinito,
ondulata cadenza di fantasia sonnolenta,
crogiolo di voglie tra pigre volute
di profumo espanso,
vaghi cogliendo la spiga dorata
del desiderio appagato che nascondi
tra le labbra roride
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Membro di viril tenzone,
la compiacente soglia violata,
nel vel di sangue
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Lucciola che graviti nel piccolo mondo
celeste illumina il gorgo che ci vuole inghiottire.
E’ bello sapere che c’è una luce
che asciuga il grembo bagnato.
Se vuoi ti canto la canzone del possesso.
Se mi senti prepara il nido dell’abbandono.
Le
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Pieghe magiche tra rotondità procaci
nel sogno primordiale di mela morsicata.
Succo di vita da capezzoli cosparsi di miele
nella culla fertile protetta da pizzi velati.
Odore muschiato del desiderio che attira l’ape
sul fiore sbocciato succhiando
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Nella trama velata del desiderio cerchi l’amore.
Lo trovi nel vento che ti scompiglia i capelli,
nello sguardo incantato di promesse,
nel fiore donato con il cuore,
nell’ossessione dell’attesa.
Languore di lunghi tremiti pervaso
che attende la
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Salirò su quel fascio di luce
che scavalca le cime tempestose
nell’amplesso di folli atti d’amore.
Perso nella notte languida e sfuocata
galleggio nell’onda appagante del nulla.
Tienimi stretto nella culla feconda
dell’intimo abbraccio che nel
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Ti sei abbandonata a me in quella sera
tiepida di agosto nel languido sogno d’amore.
Ti sentivi diversa, segnata dal destino che
ti aveva ferita, ma in quella notte eri riuscita
a sentirti donna con fremiti non celati.
Con il sapore dei baci, è
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Ardente ossessione della fantasia
ti celi rosata nell’intimo recesso.
Vittima del desiderio, forza della
seduzione, bramosia della scoperta,
inalberi alla fine di gioiose tenzoni
la bandiera vittoriosa della vita.
Punto d’incontro dove la pazzia
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Labbra roride di umore muschiato
sentinelle profane al ciglio rosato,
nell’incavo gioioso gemente speme
attende nel calor l’ardito seme.
Padron di vermiglio manto offre all’altare
il fluido che si espande nel tiepido mare.
Intimità della mente
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Terra che ha accolto il primo respiro,
nutrice di gioia e di malinconia,
dispensi il profumo della generosità.
Hai custodito i segreti della mente
colorando i petali della saggezza.
Tu hai cullato i miei pensieri mentre
vagavano incerti tra teneri
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In quel giorno di giugno hai tagliuzzato
la mia anima disperdendo il seme
nel tuo grembo senza amore.
Un gioco
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Il tuo volto
ha perso colore
quando il suono
ha svelato
la voce.
Turbamento
che fa vibrare
corde d’amore
celato
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Li chiamavano “fiori della Madonna”
e tenevano per mano i fiordalisi che
azzurri occhieggiavano sulla riva
sfidati dai papaveri che sfacciati
facevano corona.
Profumi antichi di viola e di mughetto
rinnovano la primavera di strilli felici
sulla
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