destionegiorno
Le sue prime raccolte di poesie (“Riflessi dell’occhio e della mente”,“Scampoli dell’iride” e “Un fiore tra le stoppie”) tendono alla ricerca della perfezione della lingua. In esse l’autore cerca di coglierne la musicalità, il colore, il valore delle espressioni dettate da stati d’animo ... (continua)
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Morini Gianfranco
Le sue 111 poesie
Filtra lo sguardo radioso attraverso
la velina dell’innocenza mentre
l’amore palpabile scorre sul volto
dell’inquietudine
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Torpido gingillo nella mano assorta
dell’oblio prevarica,
nel lungo giorno d’estate
quando il nulla affonda
nella matrice
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Occhieggi tra i larici scoprendo nidi d’amore
mentre la brezza folleggia tra i gigli
e le fronde accarezzano la pelle
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Esali, oh fanciulla, lievi sospiri
tra le rocce scolpite dal vento
in folli volute di perenne felicità.
Là dove le nuvole si incrociano
nella danza del libero pensiero
e gli spiriti si uniscono nel sacro
vincolo dell’amore si
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Trasportato dalla nuvola fatata
che sale lassù vicino alla felicità,
alla bellezza, all'amore, nello spazio
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Capriccio ventoso sciogli le dune
nel gioco arcaico del mutar degli eventi,
offuschi l’alto grigior della luna
nascente
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Miele dischiuso nel petalo fiorito
di ignara beltà e di olezzo profumi,
sola nella solitudine del bosco
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Limpida fonte nel salto canterino
di pagliuzze spruzzata, ribolli
saltando le antiche virtù
sulla roccia dagli spigoli muschiati.
Umida
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Culla che dondoli con il soffio materno
mentre il doce vagito
esulta al chiaror dell’alba
nella mussola ordita da mani fatate.
Bocca vorace succhia l’essenza
incontaminata del desiderio
dipinto di rosa, linfa vitale
dello specchio inciso d’amore.
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Sapore di sale nella mente ottenebrata
dalla rabbia che monta vischiosa
ricoprendo il sentimento di aculei
velenosi che
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Le no vergogna a dill ghem vourü ben,
diritt de parlàa, andàa e vegnì a pè o in
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Si nassù in da la cüna in quel dì
tra rumur da guera luntana,
ma basà in frunt dal sô e da
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Buffa el vent de la scalmana
in da la piana svunciada dai tarlucch.
Al riva da luntan cunt la mossa sbarassina
e ‘l coeur
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Tüt gibulà par i strocc guarda l’unda russa
ca borla giò denter la scighera del piston da vin.
Al ved la
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L’oeucc de la felicità rimira
la piasa el dì de la festa.
Al sta de papa quand ved al sciur
ch’el riess no a spend i sô danèe e
i tusann che dislenguan par al so murus.
Lüma la faccia de quell ch’al voer god
sensa
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